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Attualità

I nuovi scenari della progettazione edilizia ospedaliera

L’ospedale come catalizzatore di relazioni umane

La progettazione edilizia ospedaliera ricopre un ruolo sociale e urbano estremamente rilevante nello sviluppo delle città e delle loro relazioni e per questo centrale nel dibattito architettonico contemporaneo.

Oggigiorno il generale cambio di approccio della medicina nel suo oggetto di studio, ora maggiormente centrata sulle persone anziché sulla malattia, impone un cambio nell’approccio metodologico, l’idea tradizionale di struttura sanitaria intesa esclusivamente come macchina per la cura cede il passo a un modello nuovo, in grado di riscattare il proprio ruolo nel tessuto sociale e trasformarsi in evento urbano. L’ospedale, insomma, diventa un vero e proprio catalizzatore di relazioni umane.

Sempre di più, infatti, le tante specialità mediche sono affiancate da attività collaterali quali laboratori, uffici e centri ricerca.
Le utenze si moltiplicano e con esse il numero di visitatori (fino a 40.000 al giorno negli esempi più grandi): a pazienti e personale ospedaliero si aggiungono studenti, familiari e operatori del terziario.
L’Ospedale si fa Città e l’architettura diventa prima dimensione della cura.

In questa visione il centro ospedaliero entra nel quotidiano dei cittadini: non più luogo da cui scappare, ma istituzione a difesa della salute pubblica.
Non solo presidi di assistenza medica, in cui il paziente riceve interventi diagnostici e terapeutici, ma anche ambiente di cura in senso ampio, dove cioè la persona viene accolta in qualità di individuo fragile, con bisogni fisici, psicologici, spirituali, sociali e culturali.
Formulare scenari nuovi nell’edilizia per la sanità richiede una revisione degli strumenti progettuali, con l’obiettivo di riportare l’uomo al centro, per estendersi successivamente alle dinamiche socio-ambientali che costruiscono le strutture urbane.

Tali temi rappresentano i cardini di una strategia ancora più complessa, la quale punta a combinare individuo, salute e architettura all’interno di un processo che si muove dalla città all’ospedale (e viceversa) attraverso cinque categorie operative:

  • mixitè funzionale;
  • sostenibilità;
  • flessibilità e resilienza;
  • orientamento e inclusività.

Analizziamole nel dettaglio.

Mixitè funzionale

La visione di Ospedale-Città si fonda sull’idea che la struttura sanitaria si apra a utenze molteplici, un tessuto sociale diversificato per esperienze e ruoli, collettivi e individuali.
Il Nuovo Ospedale Universitario di Odense prende forma a partire da questa consapevolezza.

Pazienti, comunità locale e ambiente sono organizzati dai grandi volumi che definiscono l’edificio, al cui interno trovano posto cliniche, day hospital, uffici e spazi di formazione.
Il polo supera la dimensione del singolo degente per farsi catalizzatore urbano, innovativo e multifunzionale, centro di conoscenza e ricerca a livello internazionale.
Nell’esperienza di Odense l’ospedale esce dai propri confini, un luogo in cui l’istruzione e l’insegnamento affiancano degenti, medici e visitatori nelle più delicate attività di cura.

«Elaborare scenari contemporanei nell’edilizia per la sanità necessita di un riesame degli strumenti progettuali, per combinare in un unico nucleo individuo, salute e architettura».

Sostenibilità

Il progetto architettonico contemporaneo dovrebbe risarcire la città esistente di una nuova consapevolezza ambientale. In quanto contenitore altamente tecnologico, l’ospedale deve orientarsi a soluzioni site-specific, attente al territorio e alle sue componenti antropiche e naturalistiche.

Il progetto per il Nuovo Ospedale di Cesena risponde alla sfida ambientale con soluzioni che integrano natura e tecnologie innovative. La proposta si basa sui requisiti introdotti dal protocollo LEED PLATINUM, con particolare riferimento al protocollo ospedaliero LEED BD+C: Healthcare.

L’involucro e l’articolazione volumetrica sono studiati per mitigare l’impatto climatico sugli ambienti interni.

Corti e nicchie scavano gli alzati, regolando l’irraggiamento solare.

La maggior efficienza è però ottenuta dall’introduzione di avanzati sistemi di building management che restituiscono il costante aggiornamento dei consumi, con la possibilità di pianificare opportune strategie di risparmio energetico.

«L’ospedale ricopre un ruolo sociale e urbano estremamente rilevante nello sviluppo delle città e delle relazioni. Per questo è centrale nel dibattito architettonico contemporaneo».

Flessibilità e resilienza

Nel loro sviluppo, le città si sono dimostrate capaci di mutare e accogliere i numerosi cambiamenti economici, culturali, sociali e climatici registrati nel corso della storia.

Questa particolare capacità di adattamento è una peculiarità della nuova idea di ospedale. La velocità della ricerca medica e le crisi epidemiologiche globali richiedono progetti espandibili e facilmente trasformabili.

Caso esemplificativo è la proposta per il nuovo Ospedale di Tallinn in Estonia.

Il layout architettonico segue un impianto modulare pensato come l’implementazione di unità spaziali aggregabili.
Il sistema distributivo rimane in tal senso “aperto”, in grado di modificarsi in locali medici, luoghi di ricovero e ambiti di relazione ad ogni livello dell’edificio.

I nuovi scenari della progettazione edilizia ospedaliera
I nuovi scenari della progettazione edilizia ospedaliera

Orientamento e inclusività

L’orientamento spaziale è la capacità di un individuo di focalizzare un percorso e di elaborarlo senza perdersi.
Un’organizzazione complessa come quella ospedaliera corre costantemente il rischio di indurre confusione e senso di dispersione, con conseguente stress in pazienti e visitatori. È necessario quindi guidare gli utenti attraverso soluzioni di orientamento, in cui materiali e segnaletica rappresentano strumenti di umanizzazione degli spazi e favorire in tal modo il benessere psicologico delle persone.

Una riuscita traduzione di questi concetti è il Nuovo Ospedale di Bispebjerg nella Regione Capitale di Danimarca. Il piano-città si organizza in un loop “circolare” che favorisce orientamento e inclusività.
L’architettura del loop si basa sulla permeabilità visiva delle grandi trasparenze dell’involucro, unitamente alla costante visione dei nuclei distributivi. La presenza di indicatori e segnaletica rendono i percorsi intuitivi e mitigano la confusione ottimizzando i tempi di percorrenza.

«Complessità, sostenibilità, flessibilità, accessibilità e infrastrutture verdi. I nuovi criteri per progettare ospedali contemporanei».

Infrastruttura green

Ricerca psicologica ed esperienza medica hanno constatato il valore aggiunto della natura nel processo di cura del paziente. È fondamentale quindi che il progetto ospedaliero integri il paesaggio nel proprio disegno. Acqua e verde si declinano in giardini tematici, ambiti legati al tempo libero e momenti ricreativi, estensione del percorso terapeutico.
Natura e assistenza sanitaria rappresentano i punti chiave del progetto per il nuovo Ospedale Stella Maris a Pisa. Il concept nasce in continuità con l’adiacente parco di Cisanello, di cui è estensione, e costituisce un’opportunità di riqualificazione nella periferia urbana.

Il movimento della copertura, quasi a emergere dal terreno, connette l’ospedale al parco nel grande giardino all’aperto.

Qui prendono luogo attività ludiche e terapeutiche come pet therapy, ippoterapia e ortoterapia, oltre alla possibilità di ospitare eventi teatrali e concerti all’aperto.

L’ospedale guarda al di fuori di sé, un’esperienza che intercetta ricerca, funzionalità, umanizzazione degli spazi e natura, nella quale la condizione umana torna al centro del fare progettuale.

I nuovi scenari della progettazione edilizia ospedaliera
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Michele Spano
Project Architect