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PNRR e settore costruzioni, una scommessa da vincere

PNRR e settore costruzioni, una scommessa da vincere

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, PNRR, è stato da molti definito come l’ultima opportunità per l’Italia di agganciare il treno della crescita e realizzare quelle riforme che i settori più produttivi, più internazionalizzati e più efficienti chiedono da anni.

Il Piano, che fa parte del NextGenerationEu (NGEU), è stato infatti pensato come una combinazione di investimenti e riforme, di cui le cui più importanti sono quelle che riguardano:

  • la pubblica amministrazione
  • l’educazione
  • la fiscalità
  • la giustizia
  • la semplificazione
  • la concorrenza.

Per quanto riguarda gli investimenti, si tratta di 191 miliardi di soldi pubblici distribuiti sul periodo 2020 – 2026.

«Con una cifra stanziata di oltre il 2.5% annuo del PIL, l’Italia è il maggior beneficiario dei fondi del PNRR».

La rivoluzione delle procedure, tra criticità e opportunità

L’Italia è il maggior beneficiario dei fondi del Recovery Fund, con una somma stanziata superiore al 2.5% annuo del PIL, questo però la rende il sorvegliato speciale o la cartina di tornasole della riuscita o meno dei Recovery Funds. La volontà del legislatore è inoltre quella di incentivare la leva finanziaria per attrarre investimenti privati e introdurre, anche in Italia, la cultura del partenariato pubblico privato. Ritenere che la quota spettante al settore costruzioni sia la parte più importante del Recovery Plan è una semplificazione: la parte invece da enfatizzare è quella della rivoluzione nelle procedure, soprattutto l’efficientamento della gestione dei processi.

A livello strategico sono due gli aspetti più significativi:

  • in ambito europeo si configura come il primo passo nella direzione di un’unione fiscale europea;
  • in ambito nazionale si tratta, invece, di una reale opportunità per invertire la curva del debito rafforzando la crescita.

Il rischio è proprio in questa sottile ma fondamentale distinzione: se le riforme e gli investimenti (sia pubblici che privati) daranno un forte e duraturo supporto alla crescita economica, il PNRR avrà permesso di migliorare la sostenibilità del debito per le generazioni più giovani, riducendo il valore in proporzione al PIL.

Se invece il PNRR si risolverà solo in maggior spesa, questa andrà ad aggiungersi all’ingente fardello fiscale che le generazioni già attive nel mondo del lavoro, ma non ancora arrivate ai livelli decisionali, dovranno sobbarcarsi loro malgrado.

«Il settore della progettazione e delle costruzioni ha molto da offrire e molto da guadagnare».

PNRR, riflettori puntati sulle tempistiche

Il quadro al contorno così delineato rende ancora più urgente l’apporto positivo dei settori economicamente più attivi e tecnologicamente più avanzati del panorama produttivo italiano.

Il settore delle costruzioni ha molto da offrire e molto da guadagnare se saprà farsi trovare preparato e flessibile. Una delle sfide più ardue è quella dei tempi. Dal momento che le opere dovranno concludersi entro il 2026, sarà fondamentale che tutto il processo amministrativo, progettuale, autorizzativo e realizzativo possa avvenire senza soluzione di continuità.

La Pubblica Amministrazione è l’organo che si trova e si troverà a gestirne i processi complessi, i progetti di rilevanza nazionale (e internazionale) e i cronoprogrammi ferrei.

Per far sì che l’iter sia il più efficiente possibile, parte dei fondi sono finalizzati a modernizzare la PA e a premiarne il merito e l’efficienza.

Concretamente, come l’OICE osserva nel suo report trimestrale a chiusura del 2021, tutte le Regioni hanno già assunto tecnici operativi per la gestione dei fondi (esperti amministrativi, agronomi, architetti, avvocati, esperti di diritto ambientale, biologi, esperti IT, esperti giuridici, esperti ambientali ma soprattutto esperti nella gestione e nel monitoraggio di progetti complessi) e il 40% dei bandi affidati entro fine anno servivano a individuare figure di supporto al Responsabile Unico del Procedimento (RUP).

Infine, molta attenzione è riservata alla digitalizzazione dell’interfaccia con il pubblico e delle procedure amministrative, con l’obiettivo di ridurre costi e tempi e migliorare la qualità del servizio.

Il ruolo cruciale di progettisti e metodologia BIM

Se da un lato quindi le amministrazioni più efficienti saranno quelle che riusciranno a imbastire progetti più complessi, assicurandosi una fetta più consistente di finanziamenti, dall’altro lato, tutta la filiera deve saper rispondere garantendo la gestione dei processi in tempi certi.

Per la parte di progettazione questo vuol dire individuare gruppi di professionisti che siano al contempo strutturati per coordinare operazioni multidisciplinari ma anche flessibili per affrontare contesti caratterizzati da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità (in inglese: VUCA).

Dalla loro parte i progettisti hanno vari punti di forza: alla base c’è l’innovazione tecnologica, in primis il BIM, che se utilizzata a tutti i livelli decisionali, in tutte le fasi e per tutte le discipline, permette una migliore gestione dei processi e il poter raccogliere sfide inimmaginabili fino a pochi anni fa.

A questo si aggiunge la capacità di architetti e ingegneri di rivestire ruoli molto diversi in fasi molto diverse della realizzazione dell’opera. Chi ha maturato questa esperienza in anni recenti, arriva preparato a questo importante momento di svolta e può affiancare attori sia pubblici che privati nelle scelte e nella gestione dell’iter.

PNRR e settore costruzioni, una scommessa da vincere
PNRR e settore costruzioni, una scommessa da vincere
«I progettisti che hanno maturato una buona flessibilità, multidisciplinarietà e padronanza di strumenti tecnologici all’avanguardia arrivano preparati a questo importante appuntamento».

L’impatto del PNRR sul settore delle costruzioni

Chi si avventura per la prima volta tra le 269 pagine del PNRR potrebbe pensare che, a parte il ramo delle infrastrutture, il settore delle costruzioni non sia stato dovutamente considerato nel ripartire i 191 miliardi di cui si compone.

In realtà esso è sottinteso nelle sei missioni in cui il piano si articola e, in aggiunta, è stato previsto un fondo complementare per creare o valorizzare quattordici grandi attrattori culturali, che da soli valgono 1,5 miliardi di euro.

Opportunità per gli studi di progettazione

Da un calcolo preliminare si tratta di più di 25 miliardi di euro (il 13% del totale del PNRR) che potranno investire il settore della progettazione e della costruzione nei prossimi cinque anni, con una marcata prevalenza del settore educativo (quasi 10 miliardi), della rigenerazione urbana (quasi 6 miliardi) e sanitario (quasi 5 miliardi).

Per architetti e ingegneri si presenta quindi un’incredibile abbondanza di opportunità di progettazione nel 2022 e, negli anni successivi, di direzione lavori e supporto al cantiere.

La sfida per gli studi avviati è dunque quella di trasformare un possibile picco di lavoro momentaneo in un trampolino per accedere a opportunità di scala e di importanza maggiore, magari in un’ottica internazionale futura. I gruppi più piccoli, più giovani e più distribuiti sul territorio, hanno invece l’opportunità di trasformare anche le amministrazioni più decentralizzate in un committente con un’importante leva economica e un preciso cronoprogramma.

In conclusione, i progettisti hanno una straordinaria occasione per dare una svolta nella direzione della sostenibilità, dell’inclusione e della ripresa economica.
E con loro tutta la filiera.

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Giulia Carravieri
Head of International Business Development